LINGUAGGIO VERBALE E NON VERBALE NEL DISCORSO DI FIDUCIA DI RENZI AL SENATO

Se hai ascoltato e visto il discorso di fiducia al senato di Matteo Renzi dello scorso 24 febbraio 2014 (e sei appassionato o esperto di Programmazione Neurolinguistica ) non puoi non aver notato alcuni tratti importanti.
Se invece vuoi capire quanto del linguaggio verbale e non verbale del discorso di Matteo Renzi sia stato studiato a priori, ti posso dare una modesta mano qui di seguito.

Mi preme solamente dire che questo articolo non desidera mettersi a favore o contro alcuna forza politica. Infatti, analizzerò in questo post 4 elementi del discorso:

  • inizio
  • postura
  • gestualità e …
  • conclusione del discorso.

Tralascerò volutamente le promesse e il programma politico presentato.

Ecco alcuni punti da analizzare:

1. Inoculation:

Cos’è la cosiddetta “inoculation”?
Come spiego nel Corso “Parlare in Pubblico” l’ ”inoculation” è una parte introduttiva del discorso che include le possibili obiezioni che potrebbero nascere in seguito.

Riprende la metafora dell’iniezione della vaccinazione contro le malattie, ci vacciniamo per non ammalarci.

L’ ”inoculation” a introduzione del discorso serve a vaccinare Renzi da possibili stonature, obiezioni e interruzioni.
Si anticipa quindi ciò che potrebbe creare discordia e lo si “distrugge” a priori.

Renzi parla della sua età giovane per presentarsi, lo dice subito e lo dice chiaramente senza tante pause o esitazioni: “Io non ho l’età per sedere nel senato della Repubblica”. Poi lui la mette sul ridere e cita Gigliola Cinquetti! Ma lo fa apposta perché fa parte del “creare rapport” (vedi in seguito). La sua vaccinazione è così espressa: ok, non ho l’età (in verità si riferisce alla sua elezione senza votazione, e quindi distrae su altro) “Ma – dice – non siamo qui per battere un record anagrafico, non per allungare il nostro curriculum di un’esperienza… Siamo qui per chiedervi la fiducia.”

E continua parlando della fiducia che è difficile da chiedere e concedere in generale nella vita. E continua (sempre distraendo dalla maggior obiezione sia dei politici che dei senatori sulla sua elezione) portando l’attenzione verso un’Italia che vuole, che se lo merita, che cambia…

2. Generalizzazioni e frasi ad effetto:

Le generalizzazioni di cui parleremo durante il Corso PNL PROPract sono frasi su cui tutti sono d’accordo e non si possono negare. Servono per cercare rapport, consenso e per portare a sé chi ascolta (un altro argomento del Corso PNL PROPract).

In un linguaggio persuasivo o ipnotico servono per rassicurare chi ascolta che il relatore è dalla loro parte e li capisce. Per frasi ad effetto intendo come quelle scelte ad hoc da bravi autori ispiranti come Paulo Coelho e Fabio Volo: frasi che fanno sognare, senza tempo, che quando le leggiamo diciamo “Bello”, “Vero”.

Ecco come si esprime Matteo Renzi:

  • “Viviamo in un tempo di difficoltà…”, (Vero risponde la mente di chi ascolta)
  • “Vogliamo fare dei sogni più grandi di quelli che abbiamo fatto fino ad oggi”, (Bello risponde la mente di chi ascolta)
  • “Un’Italia che è davanti a noi e che forse si sta stancando a doverci aspettare”, (Vero risponde la mente di chi ascolta)
  • “La differenza tra un sogno e un obiettivo è una data”, (Vero risponde la mente di chi ascolta)
  • Ci vedono come “un paese finito piuttosto che infinito”, (Vero risponde la mente di chi ascolta)

3. Rapport:

Creare “rapport” significa avvicinarsi all’interlocutore, mettersi dalla sua parte, mostrarsi che li comprendiamo, che siamo lì per loro. Renzi usa magistralmente il suo linguaggio per creare Rapport, ma non “solo” con i senatori, piuttosto con noi, popolo.
Vediamo alcuni punti che mostrano come Renzi cerca Rapport:

  1. Si rivolge a senatrici (prima) e senatori (poi).
  2. Renzi ha guardato negli occhi i politici, non ha letto dei fogli. Ha parlato perpiù di un’ora senza fogli, ma con una scaletta e frasi ad effetto imparati prima.
  3. Ha fatto sognare parlando a testa alta.
  4. Ha divertito con battute a intervalli regolari, anche per mantenere l’attenzioneviva.
  5. Ma soprattutto, Renzi ha fatto questo: ha parlato, sì al Senato, ma ha parlato anoi, popolo che lo guardiamo in video da casa. Ci fa sognare, ci promette, si presenta come uomo che non ha tutte le risposte, uomo che però si prende tutte le responsabilità e le colpe se fallisce.

4. Postura e gestualità:

E’ aperta, si presenta sicuro, lui è divertente e divertito, rilassato ma “sul pezzo”.
Ma, la mano in tasca?(foto iniziale)! Ahi ahi, sicuramente ci sarà qualcuno che gliela criticherà, ma io non sarei così frettoloso. Perché dico questo? Perché si dice (in alcuni facili libri di lettura del linguaggio del corpo), che la mano in tasca dimostri scarso interesse alla situazione o, peggio, che voglia attirare gli sguardi al proprio bacino (!). Ritengo, e credo che conveniate con me, (considerato il contesto ed il momento politico favorevole a Renzi) che la mano in tasca di Renzi nel suo discorso dimostri solo agio nel proprio corpo e verso ciò che sta dicendo.

Il Linguaggio del corpo viene studiato nei Corsi di PNL.

5. Crea associazione emozionale.

Creare associazione emozionali significa associare delle emozioni a azioni, gesti, persone.

Renzi associa per esempio il valore dell’urgenza a due situazioni:

  • Primo, alle persone, come tutti noi, che fanno le cose della vita di fretta e chedevono per forza incastrare tutto con delle scadenze ben precise (e così facendo risveglia il sentimento di “urgenza” in chi lo ascolta perché gli dà un significato emozionale)
  • Secondo lo associa ai politici che devono anche loro assumersi quella responsabilità per soddisfare puntualmente i bisogni con l’urgenza che il momento storico richiede.Se vogliamo si tratta di un’àncora emozionale: associare l’urgenza prima a ciò che per tutti noi ha significato e poi associarla al Paese. Le àncore emozionali sono un altro argomento del Corso PNL PROPract6. Inclusione ed esclusione: ovvero piacersi e frecciatine. Quando parla di politica da aggiustare si include, “Gli italiani sono stanchi di aspettarCI” o generalizza quando critica, senza puntare il dito su nessuno dicendo “una parte dei politici”.E poi la chicca, le frecciatine, cioè il linguaggio diretto ai senatori di 5 stelle: è cortese ma puntuale, li coinvolge e poi li divide dal loro leader, … pare come se cercasse di avvicinarli a sé, ricorda un po’ le strategie del famoso libro “Arte della Guerra” di Sun Tzu. Ecco come si rivolge a loro: “senatori del partito 5 Stelle che sto imparando ad apprezzare in quest’aula”, e poi li allontana dal loro leader (volutamente o inconsciamente non si sa) rivolgendosi però ai suoi del Pd: “… le difficoltà che stanno vivendo non è facile stare in un partito in difficoltà in questo momento… dove il loro capo dice di non essere democratico, quindi vogliamogli bene anche se loro non ce ne voglio a noi”.

Renzi conclude il suo discorso ad effetto parlando di coraggio. Si assume ogni possibile colpa dicendo:

  • “Se perderemo questa sfida la colpa sarà soltanto mia”.
  • “È il tempo del coraggio, non esclude nessuno e non lascia alibi a nessuno”.